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Luna Storta

Regia Robi Lombardi
Musiche Andrea Camatarri
Scenografia e costumi Daria Pasinetti
Produzione Laribalta Art Group
Federica Dominoni è donna Luna
Andrea Camatarri è Simplicio
Matteo Chippari è Galileo

"Cosa resta se si cambia la scrittura?” scriveva Brecht; in Luna Storta “non vince l’intelletto, ma la sacra scrittura”, perché è noto a tutti che il saggio Galileo abiurò di fronte al tribunale dell’Inquisizione. Ma il furbo Galileo, colui che aveva “scoperto chi faceva scoperte”, colui che aveva delle intuizioni e delle amicizie geniali, colui che aveva un buon occhio per le stelle e un ampio stomaco per vino e carne, dedicò tutta una vita all’osservazione del mondo che lo circondava e tutta la sua passione ad una scienza futura, sognatrice, visionaria e rivoluzionaria, che, nonostante non poté fiorire come lui avrebbe voluto, si fece sentire in tutto il mondo. Abiurare gli salvò la pelle, ma la sua curiosità sull’avvenire gli fece perdere la vista osservando a lungo gli astri nel cielo

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